«Tu se’ lo mio maestro e ʼl mio autore’»: Boccaccio torna in Finlandia
Quando qualche mese fa Enrico Garavelli mi ha chiesto se mi andasse di parlare di Boccaccio e Dante in una conferenza alla Società Dante Alighieri di Helsinki, credo si sia nettamente notato quanto fossi entusiasta della proposta. Ho la fortuna di studiare Giovanni Boccaccio e la sua opera da ormai più di un terzo della mia vita, e ogni volta che posso parlarne in pubblico mi sembra di assolvere al dovere più alto di cui mi senta investita. Vivo a Helsinki da poco più di un anno, grazie al posto da ricercatrice post-doc nel progetto ERC di Samu Niskanen Medieval publishing from ca. 1000 to 1500, grazie al quale ho trovato nella capitale finlandese un (temporaneo) punto fermo. Una circostanza migliore per raccontare del Certaldese mi sembrava difficile da immaginare, soprattutto visto il trascorso che lega la filologia boccaccesca a questa città: ormai cinquant’anni fa è stato infatti Tauno Nurmela a curare l’edizione del testo del Corbaccio.
Per questa occasione ho deciso di muovere i miei passi proprio dall’inizio del rapporto che legò per tutta la vita l’autore del Decameron al poeta della Commedia, tornando alle origini inizialmente non letterarie che hanno avvicinato il piccolo Boccaccio ai racconti e alle voci, alle strade e ai luoghi dove era nato e cresciuto il suo illustre concittadino Dante.
Dante muore a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, superati da poco i 56 anni di età. A quella data Boccaccio di anni ne ha invece solo 8 e vive insieme al padre Boccaccino nel quartiere fiorentino di San Pier Maggiore, non tanto lontano dai luoghi dove è trascorsa l’infanzia dell’Alighieri stesso. In quegli anni il piccolo Giovanni frequenta la scuola di Giovanni Mazzuoli da Strada e lì non solo riceve la prima formazione in latino e nelle arti liberali, ma certamente entra in contatto con tutte le memorie dantesche, forse addirittura con il testo della Commedia (la cui circolazione manoscritta è in quegli anni già ben attestata a Firenze). Se il bambino Boccaccio si confronta dunque sui banchi di scuola con il già celebre poeta, può sentir parlare dell’uomo Dante anche dentro le mura domestiche: Boccaccino aveva sposato infatti Margherita di Gian Donato de’ Mardoli, imparentata direttamente con la famiglia Portinari. A partire da questo primo ed effettivo imprinting, il rapporto di Boccaccio e Dante dura per tutta la vita del Certaldese, in una parabola complessa non priva di correzioni di rotta dovute al maturare di posizioni proto-umanistiche e grazie all’intenso rapporto con l’amico e maestro Francesco Petrarca.
Queste sono state le premesse sulla cui base ho cercato di articolare il mio viaggio insieme ai partecipanti alla conferenza attraverso l’intera biografia e opera di Boccaccio. Dal probabile incontro con la figlia di Dante a Ravenna; all’uso letterario di Dante come citazione, ripresa, eco o calco nelle opere giovanili; dal riuso di modelli metrici, di genere e persino di struttura danteschi; all’apparizione dell’Alighieri come personaggio; all’uso della Commedia come fonte anche nelle opere erudite; e infine alle diverse declinazioni dell’interesse specifico verso la figura e l’opera di Dante attraverso la stesura di opere a lui interamente dedicate (biografia e commento al poema) e attraverso la copia delle sue opere negli zibaldoni o nelle celebri tre sillogi Toledana, Riccardiana e Chigiana.
Passando rapidamente in rassegna questo ventaglio di prospettive, abbiamo trascorso un’ora in compagnia delle corone della letteratura italiana (non sono mancati infatti inevitabili riferimenti al poeta di Laura), cercando di fissare qualche punto fermo nella lettura di un rapporto tanto complesso ma tanto affascinante com’è quello tra Dante e Boccaccio. Anche nello scambio di dubbi e commenti che è seguito alla presentazione è stato possibile mettere a fuoco ulteriori considerazioni, a riprova di come tanto Dante quanto Boccaccio siano cari agli studiosi di Helsinki. Naturalmente la speranza è quella di poter continuare in futuro a confrontarsi dai diversi punti di vista su una questione tanto cruciale come questa.
Valentina Rovere, ricercatrice post-doc nel progetto ERC Medieval publishing from ca. 1000 to 1500 di Samu Niskanen, Università di Helsinki